Amministrazione Catalano S.r.l.
14-09-2022
SUPERBONUS 110%: SBLOCCO DELLE CESSIONI DEI CREDITI
Riproduzione riservata tratta da Marco Venier; 9 settembre 2022 La trovata del Superbonus 110%, sventolata dal governo con una normativa ad hoc risalente a metà anno 2020 - in pieno lockdown da Covid19 - attirò da subito l`attenzione di tutti gli operatori del settore (imprese edili, banche, professionisti), nonché quella dei potenziali clienti (i privati proprietari in unifamiliari e condòmini). La possibilità di ristrutturare la propria palazzina realizzando anche, attraverso il cappotto termico, l`efficientamento energetico con utilissimi risparmi sui consumi di energia elettrica e gas, ingolosì non poco i condòmini ed anche per i costruttori si prospettava un periodo d`oro. I tanti passaggi critici della misura: Da settembre 2020, dunque, non restava che organizzare i vari cantieri, ma ecco che gli interessati si trovarono subito davanti le prime criticità. In particolare, tanto per iniziare, passavano i mesi e non risultavano pronte le piattaforme telematiche degli uffici pubblici preposti (agenzia delle Entrate, Enea).Inoltre, gli operatori del settore cominciarono a rendersi conto del problema rappresentato dalla necessità di avere la conformità urbanistica dell`edificio oggetto di lavori e delle unità immobiliari che lo componevano (nel caso dei condomìni), come condizione per fruire del superbonus 110%. Quest`ultima criticità venne risolta dal cosiddetto decreto Semplificazioni del 28 maggio 2021 - poi, divenuto legge 108 del 29 luglio 2021 - ma solo in parte in quanto non si derogò esplicitamente al Dpr 380/2001 e successive modificazione e integrazioni, Capo III, articolo 49, norma che sottolineava, per l`appunto, l`impossibilità di beneficiare delle agevolazioni fiscali in presenza di abusi edilizi. Tale presunta contraddizione portò alcuni General contractor a preferire una maggiore cautela scegliendo di attivarsi per il superbonus 110%, solo per quegli immobili privi di abusi edilizi anche se presenti esclusivamente nelle parti private, con la conseguenza che le colpe di pochi si ripercuotevano sulla comunità condominiale. Il tema ostativo degli abusi edilizi: Dunque, in tali casi, al condominio interessato ad eseguire i lavori superbonus 110%, rimanevano due possibilità: cercare un general contractor che, invece, ritenesse di poter operare anche in presenza di difformità urbanistiche private, oppure attendere di regolarizzare gli abusi edilizi se presenti. Tutto questo, per colpa di una normativa poco chiara, comportò l`allungamento dei tempi di avvio dei cantieri nei condomìni, peraltro già fortemente condizionati dalla difficoltà di reperire materiale edile, stante l`incredibile impennata di domanda a cui il mercato evidentemente non era pronto. Un`impennata che portò inevitabilmente un aumento indiscriminato di prezzi costringendo le imprese anche a rivedere i loro progetti, nella considerazione di dover fare i conti con i massimali previsti per il superbonus 110%; tradotto: ulteriore tempo perso! Da inizio 2022 poi, molti cantieri si trovarono addirittura bloccati ad opere in corso per via dello stop all`acquisto di crediti stabilito dalla maggioranza di istituti di credito, anche a seguito del divieto di doppia cessione sancito dalla normativa vigente all`epoca. La successiva previsione di un maggior numero di cessioni del credito, non è parso sufficiente a fornire rassicurazioni su quel clima di incertezza che grava tutt`oggi sul sistema superbonus 110% e che, forse, è condizionato anche da dichiarazioni di alcuni esponenti politici, apertamente contrari a questa agevolazione fiscale. L`effetto trainante del 110% sul Pil: Eppure, da un recente report dell`Istat emerge che il prodotto interno lordo del secondo trimestre 2022 è aumentato dell`1,1% rispetto al trimestre precedente e del 4,7% rispetto allo stesso periodo del 2021 e unanimemente si attribuisce tale effetto positivo al settore edile per mano del superbonus 110%, dunque elemento trainante. Proprio il successo rappresentato da tali dati dovrebbe portare gli esponenti politici a puntare fortemente sul superbonus, rilanciandolo come pilastro stimolante dell`economia nazionale. Tanto più in un momento come quello che stiamo vivendo, in cui l`efficientamento energetico porterebbe certamente risparmi sui consumi energetici, senz`altro opportuni stante i già menzionati rincari di prezzi di elettricità e gas. C`è, poi, l`allarme che da tempo gira, relativo all`esaurimento dei fondi superbonus 110%, il che sembra un paradosso se consideriamo che l`unico limite al poter fruire dell`agevolazione fiscale, avrebbe dovuto essere la capienza fiscale. In effetti, prorogando il bonus edilizio in discorso, nella misura del 110%, fino al 31 dicembre 2023,si assicura immancabilmente la possibilità a chiunque di fruire delle previste agevolazioni con l`unico vincolo di rispettare tale termine. Invero, con l`avviso fondi esauriti, ci viene sbandierato da tempo il superamento del limite dei circa 33 miliardi di euro fissato nella legge di bilancio legata alla normativa sul superbonus, generando in questo modo ulteriore incertezza e preoccupazione nel mercato con l`effetto che ogni pratica inerente il superbonus 110%, è di fatto sospesa. La necessità di proroga: Eppure, i condomìni continuano a tenere assemblee per l`approvazione dei lavori e le imprese costruttrici non vedono l`ora di poter lavorare e rimettere in moto il settore dell`edilizia. L`Italia non può permettersi che permanga questa situazione con le criticità rappresentate: occorrono immediati interventi normativi. In questi giorni sta girando su Facebook una petizione con oggetto la richiesta di sblocco del superbonus 110% sulla quale non si può non essere d`accordo. Ritengo fortemente che tutti i soggetti interessati direttamente come gruppi di costruttori, general contractor, istituti di credito, ma anche i rappresentanti di altre categorie come le associazioni dei proprietari e soprattutto degli amministratori di condominio (già sensibili ad analoghe e passate problematiche), dovrebbero attivarsi e far sentire la propria voce. La proposta: È necessario, però, evitare iniziative isolate producendosi, invece, in richieste urgenti, coordinate e congiunte volte ad ottenere: 1. lo sblocco delle cessioni del credito (anche attraverso l`eliminazione del vincolo di compensazione) che, soprattutto per le imprese, stanno causando (si legge anche nella citata petizione) cassetti fiscali pieni e conti correnti vuoti; 2. una proroga totale di almeno ulteriori 2 anni (quindi come minimo fino al 31 dicembre 2025) mantenendo inalterata la percentuale del 110, anche alla luce del fatto che ad oggi si sono persi 2 anni di lavoro sul superbonus per cause indipendenti da quelle degli operatori di settore e solo per contraddizioni e lacune normative; 3. la previsione di un`espressa deroga normativa all`articolo 49, Capo III, Dpr 380/2001 e successive modifiche, in modo che non vi sia alcuna norma in contrasto con la disposizione per cui eventuali abusi edilizi privati non bloccano la procedura superbonus 110%.